lunedì 2 agosto 2010

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Un altro pezzo di storia del cinema ci lascia. Dopo Furio Scarpelli, scompare uno dei sceneggiatori simbolo del cinema italiano: Suso Cecchi D'Amico.
Nata a Roma nel 1914 dallo scrittore Emilio Cecchi, terminati gli studi liceali viaggia in Europa, tra Svizzera, Inghilterra e Cambridge, esperienza che si rivelerà utile per tradurre in italiano i testi di Hardy e Shakespeare. Debutta ufficialmente nel mondo cinematografico con la sceneggiatura della pellicola Mio figlio professore (1946), diretto da Renato Castellani. Insieme a Piero Tellini scrive Vivere in pace (1947) e L'onorevole Angelina (1947), interpretato da Anna Magnani. Il soggetto di Vivere in pace le procurò il Nastro d'Argento per il miglior soggetto.
Collabora con Federico Fellini alla sceneggiatura della pellicola Il delitto di Giovanni Episcopo (1947), tratto da un romanzo di Gabriele D'Annunzio e diretto da Alberto Lattuada. Cecchi D'Amico ebbe delle collaborazioni molto importanti: da Fellini a Flaiano, da Zavattini alla coppia Age & Scarpelli, contribuendo alla creazione di pezzi di storia del cinema italiano. Con Flaiano scrisse Roma città libera (1947) di Marcello Pagliero, creata tra divagazioni, chiacchere e disquisizioni incentrate sul soggetto. A lei si deve il finale di Ladri di bicilette (1948), in collaborazione con Zavattini e contribuì anche alla realizzazione di Miracolo a Milano (1951). La collaborazione con Zavattini fu molto proficua, ma si interruppe quando lo sceneggiatore caro a De Sica non volle riconoscere la sceneggiatura del film è più facile che un cammello...
La capacità di Suso Cecchi D'Amico fu quella di creare una scena ad hoc per ogni film, quasi una sorta di marchio del suo estro creativo: come nel film Fabiola di Mario Camerini, dove regala un momento di romanticismo tra la protagonista e il bel gladiatore.
Ancora con Flaiano per la sceneggiatura di Peccato che sia una canaglia (1955) di Blasetti, e fu lei a convincere il regista a far scritturare Sofia Loren, dimostrando un ottimo fiuto per le dive nascenti; e sempre per Blasetti scrisse La fortuna di essere donna (1956).
Collabora con Age & Scarpelli alla sceneggiatura de I soliti ignoti (1958), diretto da Mario Monicelli, diventando la testimone delle numerose liti tra i due sceneggiatori.
La collaborazione più importante fu con Luchino Visconti, che firmò i suoi lavori più importanti: Bellissima (1951) con Anna Magnani e Walter Chiari (che inizialmente fu previsto un ruolo marginale), ma soprattutto firmò la sceneggiatura di Senso (1954), tratto da una novella di Camillo Boito, dove dovette rinunciare alla scena in cui Alida Valli attraversa in carrozza i campi di battaglia. Altra collaborazione illustra fu con Vasco Pratolini per il soggetto e con Pasquale Festa Campanile e Massimo Franciosa per la sceneggiatura (preziosi per tratteggiare la psicologia dei personaggi, immigrati meridionali), sempre al servizio di Luchino Visconti per Rocco e i suoi fratelli (1960). Altro gioiello cinematografico è il Gattopardo, dove, su suggerimento di Visconti, taglia il finale del romanzo di Tomasi di Lampedusa per conferire, nella pellicola, il senso di morte e decadenza che aleggia su Tancredi e la sua famiglia. La tragedia Elettra è lo spunto per Vaghe stelle dell'Orsa (1963), sempre diretto da Visconti. è insieme a Visconti quando fu colto dall'ictus che lo rese invalido per il resto della vita, ma ciò non le impedì di firmare capolavori come Ludwig (1973), Gruppo di famiglia in un interno (1974) e L'innocente (1976).
Altra collaborazione illustre fu con Michelangelo Antonioni: per I vinti (1952), raccolse materiale giornalistico e atti giudiziari e contribuì alle sceneggiature di La signora senza camelie (1953) e Le amiche (1955). Con Francesco Rosi firma uno dei suoi film più importanti: Salvatore Giuliano (1962), per Luigi Comencini rivisita Collodi con Le avventure di Pinocchio (1972), De Amicis per Cuore (1984), uno dei suoi ultimi lavori di sceneggiatura.
Nel 1994 la Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia le assegna il Leone d'Oro alla carriera.
Il 31 luglio del 2010 si spegne dopo una lunga malattia. Colta e sensibile, contribuì ad arricchire il cinema italiano con una serie di capolavori, lasciando un segno nel panorama cinematografico mondiale.

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