venerdì 13 febbraio 2015

RECENSIONE: Whiplash




Titolo: Whiplash
id, USA 2014
Cast: Miles Teller, J.K. Simmons, Paul Reiser.
Sceneggiatura: Damien Chazelle.
Regia: Damien Chazelle.
Durata:107'

Le rock star sono idolatrate dai fan, ma anche i batteristi hanno la loro fetta di celebrità: drummers celebri come Lars Ulrich e Tommy Lee hanno fondato band di culto come i Metallica e i Motley Crue. Phil Collins riuscì a salvare i Genesis dallo scioglimento, sostituendo degnamente l'estro di Peter Gabriel. Keith Moon degli Who e John Bonham dei Led Zeppelin ancora si stanno contendendo in paradiso lo scettro di miglior batterista del pianeta.
A volte però i batteristi, anche per come sono posizionati su un palco, risultano 'dietro le quinte', finendo 'fagocitati' dalla presenza ingombrante del leader che accresce il suo fascino e 'potere' in coppia con il chitarrista: se pensi ai Beatles ti viene in mente subito la coppia John Lennon & Paul McCartney; se pensi agli U2 le 'attenzioni sono per Bono & The Edge. 
Eppure Ringo Starr e Larry Mullen Jr. sono membri altrettanto validi.
A volte la batteria può essere un mero strumento musicale: quando Bill Buck decise di lasciare gli R.E.M., Michael Stipe e soci lo 'sostituirono' a malincuore con una batteria elettronica per la registrazione di Up. 
Se si pensa alla musica jazz invece, i primi famosi nomi che ti vengono in mente sono John Coltrane, Louis Armstrong e Miles Davis (tromba), Thelonius Monk (pianoforte jazz), Charlie Parker (Sassofono) o Django Reinhardt (chitarra jazz).
Eppure la batteria è uno strumento cool, che immette le sue radici proprio nell'ambiente jazz, diventando uno strumento fondamentale nella musica popolare - con un 'certo' Buddy Rich che con l'esecuzione di Caravan divenne il più grande batterista di tutti tempi per velocità e creatività.
Lo sa bene Andrew (Miles Teller) giovane matricola del prestigioso Shaffer College, che sogna di essere il batterista jazz numero uno e diventare emulo di Rich.
Lo sa bene Fletcher (J.K. Simmons) che nota il suo talento e decide di prenderlo in considerazione per la sua band.
Per il giovane ventenne il sogno diventa realtà: potrebbe diventare un membro della band orchestrata dal geniale insegnante, saltando gli step accademici e poter esprimere fin da subito il suo talento.
Ma ben presto il suo sogno si rivelerà un incubo, perché Flecther è sì un insegnante geniale, ma è anche un sadico bastardo che renderà la vita di Andrew più dura del previsto.
Andrew ha talento, ha talento da vendere. Non l'ha ereditato dal padre scrittore (Paul Reiser) che ha abbandonato le velleità letterarie per ripiegare sull'insegnamento, è nato con il dono di saper suonare la batteria.
Andrew ha tutte le carte per raggiungere il suo obiettivo. Ha lo spirito giusto per diventare un batterista jazz.
E per un instante trova in Fletcher un padre putativo che lo accompagni per mano nell'olimpo della musica jazz.
'Meglio morire alcolizzati e senza un soldo a 34 anni, ma avere gente che a cena parlano di me, piuttosto che vivere fino a 90 anni ricco e sobrio, ma nessuno che si ricordi chi fossi'.
E pur di centrare suo obiettivo, Andrew sacrifica la leggerezza dei 20 anni e la sua acerba relazione con Nicole, in modo da non deludere le aspettative paterne, le aspettative di Fletcher e soprattutto le sue - arrivando a farsi manipolare e distruggere da Fletcher, arrivando a un tracollo fisico pur di fargli ammettere che ha fatto un buon lavoro. 
Ma 'nella lingua inglese non ci sono parole più pericolose come buon lavoro'. Fletcher il sadico lo sa, e questa questa soddisfazione non gliela offre sul piatto d'argento.
Perché se all'interno di una scuola devi sgobbare e lavorare fino a farti venire le 'stigmate' , sulle mani, sopportare insulti e umiliazioni, fuori, nello spietato mondo dello showbiz devi sudare e sgomitare il triplo solo per avere l'audizione che ti cambi la vita.
Fletcher il bastardo lo sa, e se fa finta di 'coccolarlo' perché il ragazzo è una matricola, ma può competere con studenti più navigati di lui,  il giorno dopo decide di sostituirlo con il compagno di corso che potrebbe essere il nuovo numero sulla quale scommettere. 
Perché il giovane Icaro sì, può volare, ma può bruciarsi le ali rapidamente. Ma ancora non l'aveva capito. 'Se vuoi la c**zo di parte guadagnatela'. 
Se vuoi avere la c**zo di parte, devi stare al suo tempo. Se rallenti o sei più veloce non sei al suo tempo. E se non sei al suo tempo finisci per sabotare la sua band. E se non vuoi finire sgozzato come un maiale, beh, devi farti venire le piaghe e devi andare al di là del 'buon lavoro'. 
E per quanto tu sia un giovane talento, metti a cuccia il tuo ego, perché per quanto tu sia l'astro nascente del jazz, nello showbiz puoi toccare l'apice in un minuto, ma finisci altrettanto rapidamente nel dimenticatoio, surclassato da quello che tu definisci 'quella m**da'.
E l'allievo supera il maestro diventando a sua volta un mostro che da umiliato si vendica e umilia il suo 'aguzzino'. Un po' come fece Palla di lardo diventando la perfetta macchina killer secondo il volere del sergente Hartman. Solo che a quel bastardo è andata peggio.
Sei pronto per la ribalta Andrew. E poco importa se tuo padre ti guarda sgomento invece che essere fiero di te. Poco importa se non hai amici. Hai tenuto il tempo e hai tenuto testa a Fletcher.
Whiplash diretto da Damien Chazelle, è un film che andrebbe proiettato ai giovani talenti o presunti tale che vengono nutriti a pane e talent show.
A tratti troppo enfatico (soprattutto nella seconda parte), ma con dialoghi strepitosi regalati quasi tutti a Fletcher - interpretato da un J.K. Simmons in stato di grazia e pronto a portarsi a casa l'Oscar, Whiplash è diretto con mano sicura da Chazelle - che pur essendo al secondo lungometraggio (Guy and Madeline on a Park Bench) offre uno stile nitido ed esteticamente ineccepibile, enfatizzato da un gran bel montaggio che riesce a 'tenere il tempo' della batteria.
Whiplash è un film che è una delizia per gli amanti del jazz, ma potrebbe anche avvicinare i neofiti a questo genere musicale forse considerato old fashioned tra i giovani di oggi.
E forse potrebbe desistere la prossima wannabe star a partecipare a un talent show.

Voto: 8
A.M.

4 commenti:

  1. voglio vederlo, sembra un gran bel film!

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    1. A me è piaciuto veramente tanto! E Simmons merita l'Oscar! :-)

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  2. Recensione 'calda' e appassionata, dalla quale traspare il tuo grande amore e la tua competenza in campo musicale (cosa in cui il sottoscritto, ahimè, è terribilmente ignorante). Forse è per questo che a me il film non ha suscitato le stesse emozioni che hai provato te, pur riconoscendone comunque l'ottima fattura. Ma quando un film ti prende al cuore è perchè, innegabilmente, suscita in te stati d'animo che difficilmente può cogliere che non capisce al 100% di cosa si sta parlando. E se a un musicista (o un appassionato di musica) questo film dice parecchio, di sicuro è perchè possiede strumenti migliori per valutarlo.

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    1. Grazie mille, che strepitoso commento, mi sento onorata. Io sono una figlia di MTV, è mangio pane e musica fin da piccina, fagocitandomi l'impossibile. Il jazz è entrato nella mia vita in sordina (e in maniera frivola, per far colpo sul commesso del negozio di musica), ma è rimasto nella mia vita. E forse è per questo che il film mi ha entusiasmato così tanto! ;-)

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