martedì 31 maggio 2016

CULT MOVIE: Signora per un giorno



Titolo: Signora per un giorno
Titolo originale: Lady for a Day
USA 1933
Cast: May Dobson, Warren William, Glenda Farrell.
Sceneggiatura: Robert Riskin
Regia: Frank Capra
Durata: 94’

New York era (ed è tutt'ora) la metropoli dei sogni, ma nell'era del proibizionismo non tutti se la passavano bene. Come la venditrice di mele 'Apple' Annie (May Dobson), donna povera e sola, minata dall'alcolismo. Annie viene aiutata dalla comunità locale e da Dave “Lo sciccoso” (Warren William) un business dai contatti poco puliti che vede nelle sue mele un portafortuna per i suoi affari. 
Annie ha una figlia, Louise, che vive in Spagna. Louise è convinta che sua madre sia una donna dell’alta società e a sorpresa arriva negli Stati Uniti per farle conoscere il fidanzato, un conte spagnolo. Annie è disperata e non sa come nascondere la verità. Ma ci pensa Dave ad aiutarla, facendola diventare una lady per un giorno.
Il cinema di Frank Capra apparentemente trasuda buoni sentimenti, ma in realtà riesce a cogliere con pungente ironia i cambiamenti della società americana, e in questo caso dell’America travolta dalla grande Depressione. Apple Annie è l’emblema della povertà in cui è caduta l’America dopo il crollo di Wall Street: sola, alcolizzata e indigente, riesce a sopravvivere grazie alle mele che riesce a vendere a Time Square, per mantenere un alto tenore di vita della figlia che ignora lo stato in cui versa la madre.
Annie si vergogna di dire la verità, e imbastisce una sceneggiata in cui appare come una ricca signora dell’alta società sposata con un lord. Ma si sa, le bugie hanno le gambe corte, e presto rischia di essere scoperta.
Capra gioca con i toni di una favola di una Cenerentola non più giovane, dove i poveri hanno una chance di cambiare la propria vita. Ma, come recita il titolo, Annie diventa lady per un giorno. E non è il New Deal Roosveltiano a darle una mano, bensì a prestarle soccorso è l’ambiguo Dave, che rappresenta un altro lato dell’America della Grande Depressione: il proibizionismo. Danny aiuta Annie giusto perché è il suo “porta fortuna” con le sue mele, ed è convinto di concludere grandi affari grazie a lei.
Danny cura i suoi interessi, ma alla fine è affezionato a questa povera vecchia che vuole solo il meglio per sua figlia. Un benessere illusorio che lei non ha potuto mai assaporare dalla vita.
Danny e la sua fidanzata, Missisipi Martin, creano una sceneggiata ad hoc per nascondere la verità a Louise, cercando nei “bassi fondi” un giudice che si paga l’affitto giocando a biliardo, che diventa per l’occasione il marito di Annie, e i suoi “scagnozzi” che diventano per l’occasione gente dell’alta borghesia, in un esilarante gioco di ruoli.
L’abito non fa il monaco e Annie si trasforma in una perfetta signora dell’alta borghesia grazie a un bagno, un bel vestito, una messa in piega e un finto marito: ma una volta finita la favola, la carrozza si trasformerà in una zucca e Annie ritornerà a vendere mele per le strade di New York. O forse rimarrà una lady. Perché nell'America di Roosvelt, c'è ancora una chance di rialzarsi e ricominciare da capo.
Ma Capra insieme ai buoni sentimenti zuccherini mette un po’ di cattiveria in questa favola, perché il futuro suocero di Louise, un conte spagnolo, vuole saperne di più sul suo conto e anche la stampa, che fiuta lo scoop cerca di saperne di più. E Annie non riesce a dormire sonni tranquilli, perché sa che sotto il bell’abito lungo si nasconde Apple Annie, la barbona che vende le mele a Times Square.
Ed ecco che Dave deve usare mezzi poco leciti a fin di bene, facendo sparire per qualche giorno i reporter ficcanaso e facendo credere che i suoi scagnozzi siano gente perbene.
Tutto è una menzogna. Ma una menzogna a fin di bene, pur di aiutare una donna in difficoltà. E ogni mezzo è lecito. Anche se è illecito.
Annie rischia di finire nei guai, ma la bontà della società Roosveltiana incarnata dal sindaco e dai rappresentati dello Stato, hanno la meglio e il bene trionfa all'ultimo momento. Ma c’è sempre un sottile velo di cinismo che aleggia in questa bella favola raccontata da Frank Capra, perché Lady for a Day è una commedia dei buoni sentimenti che è capace però di mostrare un lato dell’America schiacciata dalla povertà, anche se c’è ancora chi crede nell’altruismo.
Un senso di bontà apparente, dove la mano che viene tesa ad Annie proviene da un gangster e non dal New Deal, che per un giorno si ricorda degli indigenti e decide di guardare oltre, rendendosi conto che c’è uno strato sociale abbandonato a sé stesso. Tutto si risolve per il meglio, ma non sappiamo se la carrozza sulla quale è salita Annie si è trasformata nuovamente in una zucca.
Frank Capra preferisce lasciare in sospeso la storia di Apple Annie, imbastendo una bella commedia divertente e dai tempi comici perfetti, lasciando comunque una punta di amarezza e una critica nei confronti della società americana.


Voto: 8

2 commenti:

  1. Bellissimo, ma una volta tanto ho preferito il suo remake.

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    1. Beh, nel remake c'è quella gran donna di Bette Davis! Diciamo che Capra si è superato nel rifarlo! ;-)

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