martedì 28 febbraio 2017

VIDEO MUSIC REVIEW: Peaches - President of the United States



Titolo: Peaches
Band: President of the United States.
USA, 1996
Regia: Roman Coppola
Durata: 3'10''


La gente si sposta in campagna per mangiare le pesche. Perché in città le pesche sono in una lattina messe da un uomo che lavora in una fabbrica. Così per mangiare una pesca come si deve, bisogna andare a vivere in campagna. Questo demenziale, ma pur saggio aforisma è il 'succo' di Peaches, canzone dello strampalato gruppo President of the United States. 
Il video che promuove la canzone sembra fatto da un campagnolo che si è spostato dalla città alla campagna per via delle pesche, ma in realtà è niente poco di meno che Roman Coppola, figlio di Francis e fratello di Sofia.
Lo stile di Coppola è semplice, con un sano tocco di idiozia: la band suona in mezzo al verde, dove sugli alberi ci sono le lattine di pesche sciroppate, mentre per terra c'è una cassa di pesche. Natura sgarrupata + pesche nella scatola = Peaches.
Coppola riesce a catturare lo stile demenziale (se non demente) della band allo stato brado che ama stare all'aperto (in Lump il video era ambientato in una specie di palude), e riesce a dare un tocco ancora più silly facendo spuntare dei ninja dagli alberi. I President of the United States non ci pensano due volte e cominciano a dare mazzate a colpi di kun fu, ma quando il bassista (a tre corde) ha la peggio e viene pestato per bene, viene salvato dal resto della band, dando il colpo finale alla ninja gang che probabilmente voleva rubare le pesche nella scatola per lasciare ai President of the United States le lattine di pesche sciroppate sugli alberi.
Peaches è una canzone strampalata e il video lo è altrettanto. Girato 21 anni fa, è ancora una goduria nel vedere 3 minuti di puro nonsense, una simpatica supercazzola probabilmente girato con due soldi, che rende ancora più gustoso e nostalgico i bei tempi della musica (e del cinema) indie americana.
Roman Coppola comunque sapeva comunque il fatto suo, con uno stile semplice, che raggiungerà il picco di minimalismo nei video degli Strokes, riuscendo comunque ad esaltare il (malsano) senso dell'umorismo di una band che forse suona ancora, ma che aveva il suo perché nel panorama musicale alternativo degli anni Novanta.

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